Psicoterapia Sensomotoria e Trauma: una testimonianza
Di solito succede quando guido su una strada trafficata. So che posso fermarmi e uscire dall’auto, ma il mio corpo si comporta come se fossi intrappolata nel trauma.
Prima ho la visione del tunnel. Poi le mie spalle e il mio torso si piegano sotto un peso invisibile così pesante che non riesco a respirare. Allora mi sento come se stessi per svenire al volante.
L’incidente
È successo 10 anni fa, ma non posso lasciare quel pomeriggio di dicembre nel passato.
Ogni volta che salgo in macchina, il mio sistema nervoso mi riporta indietro: sono sul sedile del passeggero, mi preparo per un incidente, mentre mia madre accelera sulla strada ghiacciata.
Il corpo ricorda
Sto raccontando questa storia al mio terapeuta.
Anche se sono seduta immobile su un divano, le stesse sensazioni fisiche inondano il mio corpo.
Le vertigini
«Sento che sto per svenire», dico. «Possiamo prenderci una pausa dal parlarne?»
«Cosa succede quando respiri profondamente?» La voce del mio terapeuta si ammorbidisce quando facciamo contatto visivo. «Noti qualcosa che cambia nel tuo corpo?»
Sto scansionando la stanza da una botola di fuga. Ma dopo alcune inalazioni ed esalazioni, e alcune parole confortanti del mio terapeuta, il mio battito cardiaco diminuisce e le vertigini svaniscono.
La nascita della Psicoterapia Sensomotoria
La psicologa Pat Ogden ha sviluppato la psicoterapia sensomotoria nel 1970, dopo aver notato come il trauma ha influenzato fisicamente i suoi clienti.
La tecnica utilizza esercizi per aiutare i sopravvissuti di un trauma a fare due cose: imparare a controllare le loro risposte fisiche ai ricordi traumatici e poi iniziare ad elaborare il trauma in terapia.
Non puoi superare il trauma, dice il metodo di Ogden, finché non riesci a passare del tempo con lui.
Completare la sequenza
Il mio terapeuta ne parla come «completare la sequenza» del trauma. Gli eventi traumatici attivano automaticamente la nostra risposta di lotta o fuga.
In certe situazioni, non possiamo letteralmente lottare o fuggire da danni fisici o emotivi. Le sensazioni fisiche che accompagnano le nostre reazioni, come il dolore corporeo o le immagini intrusive, possono essere programmate nel nostro cervello.
I ricordi e le situazioni simili legate a quell’evento, molto dopo che è finito, possono innescare le stesse sensazioni fisiche ancora una volta, come in un loop infinito.
La testimonianza dell’esperto
“Con la terapia, non incoraggiamo le persone a raccontare di nuovo le loro storie di traumi”, dice Amy Gladstone, assistente sociale e addetta alla psicoterapia sensoriale.
«Invece, lavoriamo insieme attraverso la memoria, prestando attenzione al livello di attivazione nel corpo e lavorando con il sistema nervoso mentre risponde alla narrazione».
Il trattamento
Nel trattamento, i pazienti descrivono come si sentono fisicamente. Lavorano con i loro terapeuti per controllare come queste sensazioni cambino nel tempo.
Questo esercizio obbliga i pazienti a fare un passo indietro e vedere le loro risposte al trauma corporeo come temporali e malleabili. Aiuta anche a spostare i ricordi traumatici al lobo frontale, che governa il pensiero razionale.
Mindfulness e attenzione piena
“Durante l’evento traumatico stesso, il cervello pensante si disconnette”, dice Ogden.
“La psicoterapia sensomotoria si basa sulla piena attenzione; quando un terapeuta aiuta un cliente a stare al corrente della sua esperienza interiore e a informarci su ciò che sta sperimentando, il cervello pensante può rimanere attivo”.
Il ruolo delle neuroscienze
Le tecniche offrono ai pazienti la possibilità di riscrivere l’evento traumatico originale.
Questo principio fondamentale deriva dalla neuroscienza: se il cervello può imparare ad associare una memoria vecchia con informazioni nuove, può memorizzarla come una memoria diversa.
La coscienza
Rappresentare fisicamente ricordi traumatici può evocare la coscienza duale, la capacità di osservare se stessi fisicamente nello studio del terapeuta e allo stesso tempo descrivere ad alta voce un ricordo traumatico.
In una sessione sensomotoria, il mio terapeuta mi ha chiesto come mi sentivo quando parlavo di stare nella macchina di mia madre. «Nel panico», gli ho detto. Mi ha chiesto di essere più specifica, così ho fatto un respiro profondo e ho scannerizzato il mio corpo, dalla testa ai piedi.
Le sensazioni nel corpo
Le mie gambe ronzavano con un’energia irrequieta, quasi mi faceva male. Il mio terapeuta mi ha chiesto concentrarmi sulla sensazione di irrequietezza, prendendo nota di qualsiasi cambiamento sensoriale.
Dopo pochi minuti, l’inquietudine scomparve. Per la prima volta, ho iniziato a parlare dei dettagli del mio trauma.
Lo stato dell’arte
Studi pilota suggeriscono che la terapia sensoriale motoria ha notevoli benefici per i sopravvissuti ai traumi: può ridurre i sintomi del PTSD, come incubi e attacchi di panico, e aiutare i clienti a rimanere nel momento presente quando si verificano trigger.
In generale, la tecnica sembra aiutare i clienti ad andare oltre le loro risposte fisiche al trauma e iniziare a curare le lesioni emotive sottostanti.
Alcuni cambiamenti evidenti
Ho effettuato solo cinque sessioni, ma sento che hanno fatto la differenza. Quando comincio ad avere il panico, specialmente al volante, riesco a calmarmi abbastanza da continuare a guidare.
Non solo dormo meglio, ho anche dolori articolari meno frequenti (un problema cronico che pensavo non avesse nulla a che fare con il mio trauma). E sto imparando a capire come “essere presente” in un nuovo modo.
Non bisogna “cancellare”, ma reagire diversamente
Quando ho iniziato la terapia, ho capito che l’obiettivo non è cancellare una parte del tuo passato; è insegnare al tuo corpo come reagire in modo diverso.
Conclusioni
Riesco ancora a sentire l’odore dei mozziconi di sigaretta e del cuoio consumato nell’auto di mia madre quando guido su strade trafficate.
A volte devo fermarmi per riprendere fiato e ricordarmi che sono al sicuro. Ma non mi sento più indifesa.
Ora sono il mio riparatore personale, pronto a gestire le crisi, sulla strada e fuori.
Liberamente tradotto e adattato.
Fonte: sensoriomotriz.org
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