Il corpo si adatta al trauma
Il corpo si mimetizza con il trauma e riflette tutto ciò che ci accade. Il dolore emotivo e il dolore fisico causato dal trauma si sentono nel nostro corpo. Mal di gola, dolori al petto, battito cardiaco accelerato, dolore alle spalle… sono solo esempi di quelle che possono essere manifestazioni fisiche del dolore emotivo che ci travolge, e che ci portano a disconnetterci dal corpo per evitare di sperimentare la sofferenza. Il trauma rimane impregnato nel corpo e si ripresenterà, forse non immediatamente, ma con il passare del tempo.
Questa utilità diventa pericolosa quando ci si stacca dal corpo di fronte alla possibilità di soffrire; ciò ci porta ad ignorare il disagio, la tensione, a trascurare il nostro benessere ignorando i bisogni corporei di base o abusando del nostro corpo con lunghe ore di lavoro, mancanza di sonno, cibo, droghe, esercizio compulsivo, autolesionismo, al punto da rifiutare sintomi fisici che richiedono cure mediche.
Ignorare i segnali del corpo significa perdere le opportunità offerte dal contatto con la saggezza innata del corpo stesso. Quando siamo sintonizzati con il nostro corpo possiamo fidarci della nostra mente.
Difficoltà di riconnettersi con il corpo dopo il trauma
Il trauma, come l’attaccamento, influisce sul modo in cui ci sentiamo nel corpo, e la semplice idea di riconnettersi con il corpo dopo un evento traumatico può essere travolgente, frustrante e generare ansia. La paura di provare dolore, di prendere coscienza di sensazioni fisiche sgradevoli, può diventare quasi paralizzante.
In questi casi, la pazienza è una risorsa indispensabile per abbandonare la volontà di cambiare o sopprimere i segnali del corpo, ma per comprenderli e accettarli. Il tempo, la conoscenza e la comprensione porteranno ad accettare quelle sensazioni, quel dolore.
Più ascoltiamo il corpo, più possiamo ricorrere alla sua saggezza per risolvere il problema del passato e superare i suoi condizionamenti.
Liberamente tradotto e adattato.
Fonte: sensoriomotriz.org
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